Ater, a Viterbo una situazione allarmante

Questa mattina con i colleghi Aurigemma, Abbruzzese e Palozzi abbiamo effettuato a Viterbo la prima di una serie di visite che ci porteranno in tutte le Ater del Lazio. L’obiettivo è comprendere in prima persona quale sia la situazione all’interno di queste aziende anche alla luce della decisione della Regione Lazio di procedere al loro accorpamento. Peccato che non ci sia stata la possibilità di incontrare il commissario straordinario dell’Ater Pierluigi Bianchi, opportunamente impegnato altrimenti. Quanto abbiamo riscontrato, parlando con il personale ed i funzionari, riflette alla perfezione lo stato di precarietà e di confusione che il presidente Zingaretti sta generando sotto la bandiera della spending review. Abbiamo ascoltato il disagio del personale che non ha quadri di riferimento visto che all’interno della struttura mancano i dirigenti che sono stati sostituiti da funzionari facenti funzione. Abbiamo toccato con mano lo stato di incertezza in cui l’Azienda vive anche a causa della decisione della Regione Lazio che punta al riordino delle Ater basandosi su calcoli puramente numerici, senza che ci sia stato alcun confronto. Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte allo sconcerto di chi si trova davanti ad un futuro dalle tinte fosche e senza alcuna certezza. Per questo abbiamo ribadito la nostra contrarietà ad un provvedimento che non dà contezza del ruolo delle Ater sul piano della efficienza e della economicità della gestione. Una decisione che Zingaretti e la sua maggioranza hanno calato dall’alto e privo di qualsiasi ratio. Dal presidente della Regione Lazio vorremmo comprendere quali saranno le competenze delle Ater, quali i servizi a cui saranno deputate. Vorremmo comprendere se il presidente ritiene le Ater utili ai cittadini ed ai territori. In caso contrario le cancelli. Ci auguriamo che, come al solito, Zingaretti non si faccia prendere dal sacro fuoco dei tagli che amputano i servizi creando mostri inutili. Perché di questo passo, sull’onda dell’improvvisazione, il rischio è di creare tante scatole vuote con costi a cui non corrispondono risposte soprattutto in un momento critico come questo in cui l’emergenza abitativa è fuori controllo.

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