Auguri a Zingaretti che nei prossimi mesi dovrà spiegare ai cittadini tutto quello che non ha fatto

Non posso che formulare i più sinceri auguri al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha annunciato la sua ricandidatura alle regionali 2018. Il presidente ci fa sapere, a mezzo stampa, che “farà la sua parte”.  E una precisazione sorge spontanea. La sua parte doveva farla in questi quattro anni. Doveva farla in questi mesi in cui le promesse si sono sostituite alle azioni concrete. In cui per la sanità siamo ancora all’anno zero tra piani che si susseguono e soluzioni che non si trovano. Doveva farla per far ripartire l’economia del Lazio, e delle sue province, che invece sono ancora attaccate al respiratore della speranza negata di avere un futuro di crescita e di sviluppo. Doveva farla definendo, da dicembre 2013, un piano dei rifiuti misurato sulla concretezza, sul fabbisogno reale dei territori, e non solo su previsioni estemporanee. Doveva farlo non sottraendosi al dialogo con chi, imprenditori e cittadini, ogni giorno si scontrano con una burocrazia lenta e farraginosa e strumenti obsoleti incapace di rispondere alle loro esigenze quotidiane. Doveva farlo riducendo il cuneo fiscale, consentendo alle imprese di investire e di creare nuovi posti di lavoro. I nostri auguri sono sinceri perché gli servirà tanta pazienza e tanta buona volontà per spiegare in questi mesi di campagna elettorale, che tra l’altro lui ha già iniziato da qualche settimana, ai cittadini del Lazio le ragioni per cui non un solo impegno di quelli assunti nel 2013 sia stato mantenuto. Siamo pronti a sentire dalla sua voce che i cittadini devono stare “sereni” perché sicuramente nei successivi cinque anni di legislatura Zingaretti dopo aver rimesso in piedi la Regione dalle macerie è pronto a costruire. Ma gli ricordiamo che questo era lo slogan precedente e rischia di scontrarsi con la realtà fatta di altre macerie e buchi neri che lui stesso ha creato. Caro Zingaretti l’immaginazione è finita ora cosa chiederai ai cittadini del Lazio? La buona volontà e la pazienza sono terminati, la serenità svanita da tempo. E in mezzo al cammin della nostra vita altri cinque anni all’insegna di Zingaretti si profilano solo come quella che Dante definì una selva oscura. Il populismo non paga, e il popolo questa volta siamo certi che glielo ricorderà.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *