Bilancio: da oggi ridotta drasticamente tempistica per l’approvazione dei piani di assetto delle aree naturali protette

In commissione regionale bilancio, nel corso dell’esame dell’articolato del cosiddetto Collegato 2018, è stato approvato all’unanimità, l’emendamento che, recependo diversi input formulati da noi consiglieri, riduce drasticamente la tempistica per l’approvazione definitiva dei piani delle aree naturali protette. Esisteva un gap enorme che andava colmato. E’ inaccettabile che per l’approvazione di un piano delle aree naturali protette la Regione Lazio impiegasse oltre quindici anni. Basti pensare, solo per fare un esempio al piano del Parco naturale Appia Antica, il cui iter è iniziato nel 2002, che ha dovuto attendere ben 16 anni per arrivare in consiglio regionale ed essere approvato. E’ il caso, per fare un ulteriore esempio, del Piano del Parco dei Monti Aurunci che è stato trasmesso alla Regione Lazio per l’esame nel lontano 2005 e che oggi, dopo tredici anni, non è ancora arrivato in consiglio regionale per l’approvazione. Grazie a questo emendamento, finalmente, si stabilisce con chiarezza la tempistica che deve essere rispettata. L’emendamento approvato prevede, infatti, che entro tre anni dalla ricezione gli uffici regionali competenti debbano terminare l’esame della proposta ed inviarla alla commissione consiliare competente che avrà tre mesi di tempo per esaminare il testo. Decorso tale termine il consiglio regionale si esprimerà sulla proposta entro 120 giorni approvandolo. In questo modo le parole sburocratizzazione e semplificazione trovano concreta applicazione. E, soprattutto, quelli che rappresentano strumenti indispensabili per una organizzazione precisa ed efficace di queste aree smetteranno di giacere decenni nei cassetti della Regione. La lentezza dell’apparato burocratico regionale su un tema tanto delicato ha annientato in questi anni le potenzialità e lo sviluppo di aree che rappresentano un patrimonio ambientale e naturale di inestimabile valore. Le aree protette e i parchi non sono un limite, né tantomeno un vincolo allo sviluppo del territorio, ma una fonte unica per la competitività del sistema Lazio. Come rappresentanti delle istituzioni avevamo il dovere di dare una risposta concreta alle comunità che rappresentiamo accelerando le procedure di approvazione dei piani conciliando l’esigenza di tutela ambientale con quella di sviluppo socio-economico.

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