Mitilicoltura, Zingaretti revochi l’autorizzazione dell’impianto come richiesto dal Comune di Fondi

Sulla realizzazione dell’impianto di mitilicoltura a Fondi più si scava e più i dubbi sulle anomalie ipotizzate diventano certezze. Ho avuto modo, a seguito dell’accesso agli atti avanzato nei giorni scorsi, di leggere attentamente tutta la documentazione ed i singoli atti procedimentali e di ricostruire i vari passaggi e l’intero iter amministrativo che hanno portato, inspiegabilmente aggiungerei, la Regione Lazio a dare il via libera alla realizzazione dell’impianto di mitilicoltura di oltre 300 mila metri quadrati a largo della costa di Fondi. Quello che emerge è solo la conferma delle tante incongruenze ed illegittimità che hanno caratterizzato il procedimento. In questo contesto e dopo che né il presidente Zingaretti, né l’assessore Hausmann, si sono degnati di dare risposta all’interrogazione depositata i primi di agosto, ho presentato una nuova interrogazione urgente chiedendo agli stessi se intendano soddisfare l’istanza di revoca in via di autotutela, della determina del 13 luglio 2017, presentata dal Comune di Fondi. Non si tratta di una richiesta campata in aria ma avvalorata dai fatti. Gli stessi fatti che la Regione ha voluto ignorare. A partire dalla posizione della Capitaneria di Porto di Gaeta che non ha mai espresso, a differenza di quanto riportato nella determina di autorizzazione all’impianto, alcun parere favorevole nella procedura in esame e che, in una nota datata 17 agosto 2017, ha chiesto alla struttura regionale competente chiarimenti sulle numerose incongruenze dell’iter procedurale. Ed in particolare sul fatto che sia stata autorizzata l’occupazione per una superficie complessiva di 350.000 metri quadrati a fronte dei 305.000 oggetto della domanda di concessione. Il dato, che era e resta inaccettabile, è che il Comune di Fondi è rimasto estraneo al procedimento, iniziato nel 2014, fino a marzo 2017. Il tutto nonostante la Capitaneria di porto di Gaeta, a dicembre 2015, avesse chiesto, inutilmente, alla Regione Lazio di integrare i lavori della Conferenza dei servizi per consentire al Comune territorialmente competente, quindi Fondi, di poter legittimamente intervenire ed esprimere la propria posizione in merito.  Se a questo aggiungiamo che al procedimento per l’istanza di concessione presentata dalla Mitilfregrea ad ottobre 2014 ha partecipato sempre e solo il Comune di Sperlonga e mai il comune di Fondi, che  nella determina di autorizzazione all’impianto non si dà atto del parere contrario espresso dal Comune di Sperlonga a marzo 2015 e che con l’atto finale di luglio si sia spostata da Sperlonga a Fondi la concessione per la realizzazione dell’impianto, il pasticciaccio in salsa Zingaretti è servito. Oggi l’unica strada, che il buon senso per primo impone a chi governa la Regione Lazio, nel rispetto dei cittadini, degli operatori e dei Comuni interessati sta nell’accogliere l’istanza del Comune di Fondi per la revoca della determina contenente l’autorizzazione all’impianto. Zingaretti e Hausmann non possono, ed hanno il dovere, di non far pagare ai territori i danni di un mix vergognoso per chi amministra fatto di omissioni e superficialità.

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