Piano rifiuti: manca chiarezza sul periodo ‘transitorio’. La provincia di Latina non diventi la pattumiera di Roma

Non vogliamo diventare la pattumiera di Roma, nel piano rifiuti regionale manca la chiarezza sul periodo ‘transitorio’ e c’è il rischio che la nostra provincia possa pagare dazi. Dalle linee guida della Regione emerge l’esistenza di un doppio ‘regime’. Uno ordinario, che sulla carta va nella direzione da noi auspicata, contemplando il principio dell’autosufficienza dei territori, oltre alla suddivisione degli ambiti ottimali. Un ‘regime’ che richiederebbe un passaggio temporale di ‘assestamento’. Infatti dalle carte, si denota l’esistenza di un periodo ‘transitorio’, che terminerebbe nel 2025, per nulla rassicurante per la nostra provincia. Bisogna mantenere alta la guardia. Paradossalmente la provincia di Latina è l’unica ad essere adempiente e a rispettare gli impegni, dimostrando grande senso di responsabilità. Ma il timore che il Comune di Roma non individui un’area per la discarica dentro il Raccordo Anulare e conseguentemente sia costretto a portare i suoi rifiuti fuori è fondato. Soprattutto in questo lasso di tempo definito come ‘transitorio’, c’è il rischio che chi ha rispettato le regole sia penalizzato. Il principio dell’autosufficienza, nonché quello dell’imprenscindibile esigenza di chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio che li produce è sempre stato l’asse su cui ogni scelta, decisione o posizione è stata da me assunta. Per questo motivo la Regione deve essere più chiara nel cercare di chiudere il ciclo. Definire gli ambiti territoriali di riferimento basandosi sul principio di prossimità è solo un primo passo. L’amministrazione regionale dovrebbe tenere in considerazione i territori. Innanzitutto recepire le istanze delle Province che, come nel caso di Latina, hanno pianificato interventi basati sull’effettiva esigenza e sul reale volume di rifiuti prodotto. Che hanno individuato i siti idonei per gli impianti, preoccupandosi di collocarli sul territorio in modo da garantire a tutti i Comuni la medesima distanza, parità di accesso ed i medesimi costi per effettuare lo smaltimento. E’ quindi necessario capire cosa accadrà durante questo periodo ‘transitorio’ che precede quello ordinario. Un piano regionale dei rifiuti non può non avere dei capisaldi solidi da cui partire. Occorre dunque fare chiarezza. Queste linee guida solamente in via teorica procedono alla definizione degli Ato, in ottemperanza al principio di prossimità, di pianificazione e di autosufficienza dei bacini. Mi auguro che il presidente Zingaretti possa darci delucidazioni maggiori su questo piano, che così com’è si presta a diversi dubbi se non addirittura ad inquietanti interrogativi.

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