Pronto soccorso al collasso nel Lazio. Interrogazione urgente per sapere come Zingaretti intenda affrontare l’emergenza che si acuirà senza interventi immediati

Mentre il presidente della regione Lazio, Zingaretti, e l’assessore regionale alla sanità D’Amato procedono con inaugurazioni e citazioni su come stia cambiando in meglio il sistema sanitario regionale, nella vita reale, quella che vivono i cittadini fuori dalle stanze del potere, la situazione è un baratro costante.
Sono settimane che continuiamo a leggere di pazienti parcheggiati senza continuità di sorta sulle barelle nei pronto soccorso. Che apprendiamo di stanze in cui i malati sono ammassati uno accanto all’altro in uno spazio minimo tanto da rendere quasi impossibile anche il passaggio dei medici e degli infermieri per le analisi del caso. Che riceviamo l’appello dei familiari appesi alla speranza di una chiamata per avere notizie del proprio caro. Nei pronto soccorso la promiscuità è diventata la regola, non c’è divisione tra uomini, donne, anziani e ragazzi, non c’è separazione tra patologie, non c’è rispetto né per i pazienti né per il personale medico e sanitario a tutti i livelli che deve districarsi in questi gironi infernali cercando di dare l’assistenza migliore possibile.
Il personale è costretto a turni massacranti, esasperato tra tensioni interne ed esterne.
Una situazione che, purtroppo, accomuna tutti i pronto soccorso del Lazio ed in particolare quelli dei principali ospedali, come il san Camillo, Il Gemelli, il Pertini, il Goretti di Latina e il dono Svizzero di Formia solo per fare alcuni esempi.
Questa fotografia impietosa della sanità nella nostra regione nei primi giorni di maggio.
Se non si prenderanno provvedimenti immediati, complice la fine delle restrizioni legate anche al Covid, questo scenario è destinato solo a peggiorare. Con l’estate il numero di presenze nella nostra regione, ed in particolar modo nei Comuni del litorale, e nella provincia di Latina, triplicheranno.
Il periodo estivo, inoltre, come legittimo, coinciderà con le ferie del personale già sottodimensionato e numericamente inadeguato a sostenere la copertura dei turni. Questo significa che questa emergenza, ormai strutturale, e mai affrontata da Zingaretti e D’Amato peggiorerà in modo esponenziale.
Inoltre, servono interventi straordinari al fine di prevenire il collasso delle nostre strutture sanitarie che potrebbe ulteriormente aggravarsi con l’avvento del Giubileo nel 2025 che riverserà sui nostri territori migliaia di pellegrini.
Per questa ragione, perché i cittadini hanno il diritto, così come il personale sanitario a tutti i livelli, di conoscere cosa accadrà e se finalmente si intenda affrontare in modo organico queste criticità ho presentato una interrogazione in cui chiedo al presidente della regione e all’assessore alla sanità come intendano evitare che nei prossimi mesi le problematiche legate al sovraffollamento e all’attesa nei pronto soccorso si traduca in una ennesima sottrazione dei servizi nei confronti dei cittadini.
Quello a cui assistiamo, riportato quotidianamente sulla stampa, è la dimostrazione di come la pandemia non abbia insegnato nulla a chi governa questa regione che aveva il dovere di affrontare l’emergenza Covid 19 ma anche di approntare, programmare ed attuare, contestualmente, tutte le misure necessarie, come ripetutamente abbiamo richiesto, al fine di non trovarsi nella situazione vergognosa in cui versano oggi i nostri ospedali che, ancora una volta, reggono solo grazie allo spirito di sacrificio, disponibilità, professionalità e competenza del personale che vi opera

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