Sanità: le 1200 assunzioni immaginarie di Zingaretti e del Pd mandano in cortocircuito l’assistenza in provincia di Latina

La sanità nel Lazio e nella provincia di Latina è ormai in totale cortocircuito. E certo non fa bene a cittadini, pazienti e personale ospedaliero che vivono ogni giorno sulla propria pelle il peso dell’inefficienza di questo sistema sentirsi prendere in giro. Una beffa che si trascina sui numeri, quelli snocciolati a gran voce da Zingaretti e sostenuti a suon di comunicati dai suoi sodali del Pd pontino, che solo qualche giorno fa dicevano che a Latina sarebbero arrivati centinaia di medici ed infermieri. Quando abbiamo sollevato alcune eccezioni sulla carenza di cardiologi all’ospedale Dono Svizzero di Formia qualcuno è intervenuto sul tema sanità affermando che era cosa fatta lo “sblocco del turn over e conseguente assunzione di 1200 unità tra medici, infermieri e tecnici e investimenti sulle strutture sanitarie dell’intera provincia di Latina con i fondi recuperati dall’evasione fiscale del ticket sanitario: sono questi gli interventi messi in campo dall’amministrazione regionale per dotare il nostro territorio di un sistema sanitario più efficiente, nonostante i pesanti limiti imposti dal regime di commissariamento cui il Lazio è sottoposto ormai da anni”. Oggi a smentire tali affermazioni non siamo noi, che come al solito veniamo tacciati di essere come la Cassandra, ma i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil che evidenziano i ritardi del presidente Zingaretti nel mantenere fede agli impegni assunti a novembre dello scorso anno quando annunciava 1.200 assunzioni in tre anni per le strutture sanitarie del Lazio. Ritardi che rischiano di far perdere persino la deroga all’assunzione delle prime 300 unità circa per il 2016. Vorremmo, inoltre far notare, che le 1200 assunzioni previste, e non attuate, riguardano tutto il Lazio e non solo la provincia di Latina. E che per migliorare la sanità nella provincia di Latina e nel Lazio serve personale vero e non virtuale. Si tratta di dettagli? Non crediamo. Ma siamo convinti, al contrario, che non faccia bene alla nostra sanità già gravata da costanti tagli, da personale inadeguato, da costi altissimi essere oggetto di queste pantomime degne di un teatro dell’assurdo e non certo di una amministrazione regionale. La vera svolta nella sanità del Lazio e della provincia di Latina ci sarà solo e quando Zingaretti e il Pd prenderanno atto del fatto che, come in dettaglio illustra il nuovo rapporto 2015 dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, il Lazio è la Regione con le aliquote più alte, Irpef e Irap, a fronte di un arretramento sul piano dell’assistenza sanitaria. Tanto che i livelli essenziali di assistenza non sono in linea con quelli dettati dal Ministero e le liste di attesa sempre più lunghe tanto che negli ultimi due anni circa l’80% delle famiglie che hanno avuto bisogno di cure si sono rivolte alla sanità privata. Con il risultato che in questa regione chi non ha possibilità economiche, cioè 1 malato su 10, rinuncia alle cure anche perché i costi sono troppo alti. Che il Lazio mantiene il podio in Italia per i rimborsi dovuti alle altre regioni per la mobilità passiva. Che i reparti scoppiano e i pronto soccorso sono in costante emergenza. Questi sono i nodi di cui prendere atto. E questi sono i problemi che se risolti, davvero e non a suon di annunci, daranno lustro all’amministrazione Zingaretti e credibilità al Pd che oggi continuano, come fece qualcuno a suo tempo, a far sfilare i carri armati per non dimostrare al mondo di non  avere neanche un esercito.

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