Sanità, liste di attesa sempre più lunghe. Alla Asl di Latina per una mammografia serve più di un anno

Liste di attesa, nulla è cambiato. Il piano dei miracoli, tanto decantato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, non ha prodotto nulla. Di qualche mese fa l’ultimo annuncio del presidente della Regione che diceva testualmente: “L’attesa per una mammografia, fino ad oggi, poteva anche superare i 365 giorni. La lista d’attesa è uno dei mali peggiori della sanità del Lazio e per questo abbiamo messo in campo un piano ad hoc per demolirle mettendo in campo oltre 100mila ulteriori prestazioni, che devono essere eseguite entro un arco temporale di tre mesi”. Di oggi le denunce dei cittadini che, nella Asl di Latina, continuano a scontrarsi con ritardi ed inefficienze confermando che per una mammografia sono necessari più di 365 giorni (un anno). Per questa ragione ho scritto, dopo mozioni ed interrogazioni, l’ennesima nota al presidente Zingaretti, allegando la prenotazione effettuata da una cittadina, nella speranza che comprenda una volta per tutte che la realtà che i cittadini affrontano ogni giorno è ben lontana dalla sua immaginazione. Ribadendo con forza che nulla è cambiato ed anzi, tutto è peggiorato. Lo dimostra il fatto che, oggi, prenotare una mammografia bilaterale alla Asl di Latina è impossibile. Una cittadina, residente nel capoluogo, è andata a prenotare questo esame diagnostico e gli operatori, in modo sommario, le hanno detto che l’apertura delle prenotazioni per la mammografia sono rinviate ad un ipotetico giugno 2016. Ad Aprilia, la stessa mammografia bilaterale, come dimostra la prenotazione, la signora potrà effettuarla tra otto mesi, presso il locale ambulatorio. La mammografia quindi, per i residenti di Latina è preclusa in assoluto nella loro città ed ha tempi biblici anche avendo la disponibilità a sobbarcarsi l’onere di un viaggio in un altro Comune. Aprilia resta, infatti, l’unica struttura disponibile ad accogliere prenotazioni, creando non pochi problemi per quanti hanno residenza nell’estremo sud della provincia che sono qui dirottati con spese aggiuntive e disagi enormi per i trasferimenti. Non migliora la situazione per chi ha bisogno di prenotare una visita dermatologica. Stessa trafila, stessa risposta, stessa inadempienza. Le prenotazioni presso la Asl di Latina sono chiuse e gli utenti vengono spalmati presso altri centri come quello di Priverno o Terracina con tempi di attesa di oltre sei mesi. Mi domando se Zingaretti si rende conto del disagio che tutto questo crea soprattutto a persone anziane, magari non autosufficienti, e alle loro famiglie costrette a viaggi della speranza solo per avere ciò di cui hanno diritto. Una sanità che funziona, è una sanità capace di rispondere alle esigenze dei cittadini con immediatezza e rapidità. Una amministrazione efficiente funziona se è in grado di organizzare i servizi rendendoli vicini ai cittadini e non irraggiungibili. La mancanza di scelte di questi anni ha innescato un effetto a catena che si sta ripercuotendo negativamente sulla vita dei nostri cittadini. Le liste di attesa continuano ad allungarsi e il piano di abbattimento presentato, non prevedendo il potenziamento del Recup regionale e la condivisione da parte degli operatori, rischia di restare carta straccia. E questi sono solo gli effetti macroscopici dell’assenza di una politica oculata nel settore. La sanità nella provincia di Latina, come nel resto del Lazio, è in una situazione di costante incertezza ed emergenza. Le misure assunte sono superficiali ed incapaci di commisurare i bisogni ai servizi. Ora siamo curiosi di sapere cosa dirà Zingaretti di fronte ad una prenotazione reale che evidenzia i limiti della sua azione nella sanità e dimostra come quanto fatto sinora si sia ridotto ad una semplice, quanto inutile, sequela di slogan.

 

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