Servizio idrico, Zingaretti risponda ai bisogni reali dei territori

La delibera regionale, con cui la giunta Zingaretti ha approvato le linee guida per la predisposizione di una proposta di legge sul riordino del servizio idrico integrato, è inappropriata e sorda a valorizzare le esperienze positive che in questi anni hanno coniugato l’efficienza dei servizi con un regime tariffario in linea con quanto previsto a livello nazionale. Il risultato sarebbe solo la creazione di una nuova scatola vuota: l’Ente d’ambito regionale (E.A.R.). Il tutto con un ulteriore allontanamento dalle esigenze effettive dei cittadini. La riforma del sistema di governance del servizio idrico integrato deve rispettare i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza ma soprattutto deve rendere centrale il ruolo della Regione Lazio. Grazie all’istituzione di un unico ambito regionale, articolato in 5 sub-ambiti, si intendono affidare alla Regione Lazio le funzioni centrali di governo e regolazione dei servizi idrici mantenendo il ruolo delle Conferenze dei Sindaci per ogni sub ambito e garantendo in questo modo il potere decisionale delle autonomie locali. La Regione Lazio opererebbe con il supporto di una struttura tecnica regionale appositamente costituita nell’ambito degli uffici regionali che sostituirebbe le attuali segreterie tecnico operative e ingloberebbe sia le funzioni del Garante regionale che quelle dell’Osservatorio delle risorse idriche.  In questa direzione, e su questi elementi, si basa la mia proposta di legge sul servizio idrico integrato nella quale non ho fatto altro se non recepire tutte le proposte, le osservazioni, i contributi e le esperienze fornite dal Cal, dall’Ato, dalle associazioni a tutela dei consumatori, dalle province e da tutti gli Enti interessati. Una proposta che, diversamente dalla giunta Zingaretti, attualizza quanto previsto dalla legge 6 (messa a punto nel 1996 dalla giunta di centrosinistra guidata da Badaloni – Meta), mettendo a frutto le esperienze positive maturate in questi anni. Perché solo dal confronto possono nascere proposte che siano in grado di rispondere alle esigenze reali dei territori e delle comunità che li rappresentano. La Regione deve essere in grado di interpretare al meglio le diverse esigenze territoriali e assicurare il progressivo miglioramento del sistema secondo i criteri di efficienza, efficacia ed economicità contenute in esperienze positive, come quelle dell’Ato 4 che è diventata modello per altre regioni, che hanno consentito in questi anni non solo il recupero e il ripristino della rete idrica ma lo sviluppo del servizio a favore dei cittadini. La vera innovazione della Regione Lazio, e mi auguro che il presidente Zingaretti e la sua giunta lo comprendano, sta nell’ esercitare la funzione di controllo assicurando al cittadino che le risorse sono state ben investite, gli obiettivi raggiunti, il livello di qualità garantito. Zingaretti se vuole cambiare davvero il passo a questa Regione deve aprirla al contributo di tutti e fare delle esperienze positive compiute in questi anni il motore di una rivoluzione dei servizi non più rinviabile.

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