Onida: “Si rischia un Capo dello Stato eletto dalla minoranza”
Un’analisi a tutto tondo del Presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida che, dalla pagine de Il Sole 24 ore, giudica la proposta di riforma costituzionale Renzi-Boschi “confusa e demagogica e fortemente accentratrice, che altera pericolosamente gli equilibri costituzionali”.
In particolare, il costituzionalista si sofferma sull’analisi del nuovo metodo di elezione del Capo dello Stato, proposto nella riforma. L’articolo 83 prevede che dal settimo scrutinio, la maggioranza richiesta per eleggere il Presidente della Repubblica sia di 3/5 dei votanti. E’ evidente che in questo modo si lascia aperta la possibilità che si arrivi all’elezione anche col voto di meno della metà dei componenti del Parlamento. Per di più l’attuale legge elettorale, col premio di maggioranza, già consente a una minoranza di ottenere alla Camera più di metà dei seggi. Se a questo sommiamo poi il divario tra il numero dei deputati, che rimangono 630, e quello dei senatori ridotti a 100, e l’assenza dei delegati regionali nel nuovo plenum, l’elezione del Capo dello Stato potrebbe diventare appannaggio di una sola parte politica che non rappresenta la maggioranza del Paese.
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