Su rete dell’infarto nel Lazio e nella provincia di Latina D’Amato e la Cavalli danno i numeri ma se non cambia nulla modificassero la determina

Abbiamo letto con interesse l’accorata risposta fornita, all’unisono, dall’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato e dal direttore generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli, che sui dubbi sollevati da Forza Italia a seguito di una determina di riorganizzazione della rete cardiologica regionale, danno i numeri di un’eccellenza che conosciamo bene considerato che eravamo alla guida della provincia di Latina quando il protocollo per l’attivazione della rete per l’emergenza cardiologica pontina è stata attivata.
Nessuno dei due, però, entra nel merito di quanto è messo nero su bianco nella determinazione del 24 giugno 2022. Ed in particolare per quanto riguarda il fatto che il protocollo definito nell’atto prevede che la Centrale operativa del 118 di Roma stabilisca la destinazione del paziente sulla base dei diversi quadri clinici ed elettrocardiografici e l’ubicazione e la capacità di risposta dei diversi nodi della rete.
Il che significa che dalla provincia di Latina ogni elettrocardiogramma (ECG) dovrà essere inviato alla Centrale operativa del 118 di Roma per poi essere rinviato a Latina allungando i tempi che, al contrario, dovrebbero essere sempre più contratti se si vogliono salvare le vite dei pazienti.
Lo hanno scritto loro e non certo noi così come hanno scritto loro, l’assessore D’Amato ha stigmatizzato che “la determina è di giugno e da allora nulla è cambiato”, che quanto previsto dal protocollo sarà applicato con decorrenza dal 1° settembre 2022 e conoscendo i tempi di attuazione della Regione Lazio in ogni settore il non rispetto di quanto scritto è cosa nota e consolidata, basti pensare ai vari piani di abbattimento delle liste di attesa per restare solo nell’ambito della sanità.
Detto questo siamo felici di apprendere che sia D’Amato che la Cavalli reputano un’eccellenza la rete per l’emergenza cardiologica pontina. Ma le parole non bastano.
Se nulla cambia passino ai fatti e la Regione Lazio modifichi la determinazione, lasciando la lettura degli ECG all’Utic di riferimento, assicurando la rapidità di un servizio che nel tempo trova la sua ragione di esistere.
In caso contrario saremo costretti a prendere atto che si è trattato della solita difesa d’ufficio che penalizza i servizi dei territori di riferimento.
Attendiamo fiduciosi di vedere una presa di posizione concreta, intanto, proseguiremo con le iniziative messe in atto a partire dalla richiesta di audizione sul tema in consiglio regionale

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