Sulla mancata apertura dell’Usca del comprensorio dei Monti Lepini, la Regione non fornisce alcuna certezza

L’apertura dell’Usca del comprensorio dei Monti Lepini, l’Unità speciale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Coronavirus, resta avvolta dalla totale incertezza.
Nessuna risposta precisa è stata fornita, infatti, dall’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato, all’interrogazione che ho presentato, ed è stata discussa ieri in consiglio regionale al question time, sul tema.
Avevo posto un quesito chiaro e diretto chiedendo le ragioni che ad oggi, e nonostante gli impegni assunti dalla Regione Lazio e dalla Asl di Latina, hanno impedito di attivare tale servizio fondamentale anche in considerazione dell’impennata dei contagi da Covid 19 che si sono verificati, a Sezze e nei Comuni limitrofi, nelle ultime settimane. L’assessore D’Amato nella sua risposta ci ha illustrato in modo preciso il ruolo che le Usca ricoprono oggi, in piena emergenza, e quella che ricopriranno domani per dare assistenza ai cittadini.
Ha ripercorso le tappe che hanno portato il Governo, a marzo 2020, a deciderne l’istituzione per consentire anche al  medico  di  medicina  generale  o  al pediatra di libera di garantire  l’attività  assistenziale ordinaria.
Ci ha spiegato che sono state individuate dalla Asl di Latina come sede di centri vaccinali, il che non può che farci piacere, le Case della salute di  Sezze, Cori e Priverno. 
Purtroppo, però, non ha fornito alcuna risposta né sulle ragioni che hanno impedito l’attivazione dell’Usca nel comprensorio dei Moti Lepini, né sulle possibili tempistiche di realizzazione.
Il tutto nonostante la richiesta avanzata, legittimamente, dal Comune di Sezze, sulla scorta della delibera n.37 del 9 novembre 2020, con cui i consiglieri avevano all’unanimità chiesto l’istituzione di questo servizio ed in barba sia agli impegni assunti dalla Regione stessa che dalla Asl di Latina che aveva dato il proprio assenso con una nota a firma del direttore generale.
L’interrogazione nasceva, in continuità con tantissimi dei miei interventi, per trovare una risposta alle carenze che, quotidianamente, siamo costretti a rilevare nella rete territoriale dei servizi sanitari del Lazio, in generale, e della provincia di Latina, in particolare. In questo contesto le Usca ricoprono un ruolo fondamentale.
Ma per essere davvero efficienti devono rispondere al principio di prossimità, devono essere vicine ai cittadini soprattutto in un momento tanto delicato come questo che vede tantissime persone affette dal Covid 19 costrette in casa alle prese con una malattia infida e che non possiamo in alcun modo lasciare sole.
E’ inaccettabile, ad esempio, che l’ Unità speciale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Coronavirus debba partire da Latina per raggiungere Formia.
In questo modo si sottraggono quasi tre ore, tra andata e ritorno, che potrebbero essere impiegate per dare più servizi ai cittadini di questa provincia. Non ci fermeremo certo qui, la Regione e la Asl di Latina non possono continuare a restare sorde alle esigenze dei cittadini

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