UE: è il momento del coraggio e della responsabilità per creare un’Europa davvero unita

Il 25 marzo 2017 ricorrono i 60 anni della firma dei Trattati di Roma che rappresentano uno dei momenti storici più significativi del processo di integrazione europea. Correva l’anno 1957 quando i fondatori dell’Unione Europea decisero, con coraggio di accettare la sfida con il futuro muovendo i primi passi sull’ambizioso percorso dell’integrazione. Ed è grazie a quel coraggio, e quella lungimiranza che è nata l’Unione Europea che ha dato al suo popolo sei decenni di pace preferendo ai campi di battaglia la mediazione politica, alla guerra il buonsenso, ai conflitti la coesione. E’ grazie al loro coraggio che l’Europa non è solo un’idea. Ma il cuore in cui battono la storia, l’identità, la cultura e la tradizione di 500 milioni di cittadini uniti all’insegna della pace, della democrazia e della libertà.
Da qui come hanno ben sottolineato nei loro splendidi interventi a Montecitorio, l’ex presidente della commissione Ue Romano Prodi e il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, dobbiamo ripartire per fare dell’Europa la nostra Patria.
L’Europa non è e non può essere un insieme di tasselli legati solo da vincoli economici e commerciali.
Deve essere l’unione di Stati liberi, fatta di liberi individui e libere imprese, fatta di competitività e innovazione ma sempre all’insegna della parità  e nel rispetto del principio secondo cui tutti i Paesi hanno eguale peso, importanza e dignità.
Dall’orgoglio di appartenenza, nel rispetto delle peculiarità di ciascuno, dobbiamo iniziare questo nuovo percorso per far sì che l’Europa sia davvero il luogo delle opportunità e delle soluzioni concrete per i cittadini.
Solo in questo modo potremo colmare, e lo dico da europeista convinto, la distanza che esiste oggi tra i cittadini e il concetto stesso di Europa. Solo così potremo vincere le diffidenze e combattere quel populismo becero che fa leva sulle criticità esistenti per sostenere il ritorno a vecchi modelli fatti di sovranità nazionali, di chiusure e di inevitabili sconfitte.
Il 60esimo anniversario dei trattati di Roma è l’occasione per riflettere sullo stato di avanzamento del progetto europeo, valutandone i successi e i punti di forza, comprendendo quali siano gli aspetti da migliorare dimostrando la volontà comune di plasmare insieme un futuro più solido. Questo è il momento del coraggio e della responsabilità per archiviare un’Europa matrigna fatta di direttive e imposizioni per realizzare un’Europa unita non solo nella moneta ma soprattutto nelle scelte.
Dobbiamo costruire un’Europa dotata di un esercito unico, di una politica del lavoro, economica, fiscale e di welfare comune, di una strategia estera unificata, di un sistema economico di libera concorrenza, regolamentato e anti-monopolistico, capace di ridurre le disuguaglianze e quella povertà di massa che sta minacciando la coesione sociale, lo Stato di diritto e, di conseguenza, la vita democratica.
Questa è la sfida che abbiamo di fronte. Una sfida ambiziosa ma che possiamo vincere se restiamo uniti. Sinora l’Europa è stato un bel sogno. Dobbiamo trasformarla in realtà per dare ai cittadini stabilità ed equilibrio, per sconfiggere chi tenta di umiliare la nostra anima con il terrorismo e la paura.
L‘Europa non è una percentuale, o il diametro della carota, ma l’opportunità per la felicità di ciascuno che potremo realizzare solo uniti sui valori di democrazia, di libertà e di pace.

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